Tu.

marzo 30, 2011 Commenti disabilitati su Tu.

Stranamente, Duccio era dietro il banco. Ma tutto il resto era come sempre. Tu arrivi, con la tua camicia bianca, con i capelli forse un po’ più lunghi. “Allora come stai? È da almeno una settimana che non ti vedo” “Lo so. Ma sapete come sono certe cose, io non sono come gli altri, io se  devo metabolizzare un dolore, un lutto, me ne devo stare per fatti miei… Ma adesso sto bene, davvero” e vai dietro al banco, come sempre. “Wà mi hanno detto che venerdì vuoi fare la festa, sono io di turno, verrà benissimo!!” Continuiamo a parlare…

Apro gli occhi.  Sono finalmente felice e serena. Mi sposto dalla parte di Duccio, che si è già alzato. Capisco che è un sogno. Una morsa, oramai la conosco, mi stringe il cuore e come sempre non trattengo le lacrime. Te ne sei andato, per sempre , il 14 marzo 2011, caro amico mio. Mi manchi, manchi a Duccio, manchi a tutti noi.

Non ho voglia né di scrivere né di cucinare. Lascio questo post per Te  e per quanti si domandano dove io sia. Tornerò quando il tempo avrà mitigato il dolore. Dicono che debba confidare in questo…

Niente commenti, perdonatemi … mi basta il vostro pensiero.

Vero

Orecchiette con broccoli e vongole veraci

marzo 10, 2011 § 28 commenti

Lo so le avevo già fatte.

Primissima ricetta, prevedeva gli strascinati non le orecchiette. Ma non mi piaceva la foto, così me ne frego, tanto questo è solo il mio diario e ve la rimetto su di nuovo!

Oggi vi regalo questa perla, per chi come me, delle votle di sente proprio Charlie Brown:

baci a tutti!!

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Polpettine alla cannella

marzo 9, 2011 § 10 commenti

Ci sono momenti per tacere. Per non parlare. E non sono solo quelli tristi, ma anche quelli in cui  si è felici.
Oggi, più di prima, è la mia isola felice.

ps
Il segreto di una relazione lunga 10 anni?! Festeggiare andando a mangiare in pizzeria per potersi così vedere la partita di calcio (visto che la tv è rotta) e riderci su!

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Pollo arrosto al miele al limone

marzo 8, 2011 § 12 commenti

Casa mia domenica:

Nel mentre scrivevo il post di ieri, che parlava appunto di una settimana difficile, la televisione di guasta. Così da sola, all’improvviso. Lasciamo stare va.

E così la tragedia del “cosa si fa” scoppia in casa. La domenica dove si è uso cozzare sul divano in attesa di un film, di una serie, di uno spettacolino comico, di un documentario, trascorreva senza televesione. Quella è l’unica tv che abbiamo in casa, e stare completamente senza fa quanto meno strano.

Per tutto il pomeriggio e prima di cena, devo convivere con un Duccio regredito ad uno stato infantile, che mi assilla con affermazioni/domande  “ma adesso cosa facciamo! E io cosa guardo? Ne compriamo una nuova, dai andiamo a sceglierla”

Poi prendo  il mio mac, lo metto al centro del tavolo e mentre ci mangiamo una strepitosa pizza al trancio guardiamo Basilicata coast to coast. Simulando in qualche modo un non so che di normalità. Scena di suo cmq  tragicomica. Se qualcuno vuol vederci tristezza, incomunicabilità, un affresco opaco di giovani relazioni, faccia pure.

Ma dopo un “Ma tu senti? No perché io non sento nulla!!!” “Bè cmq non un granché ….Ma quello è Max Gazzè!?” una scena del film cattura incredibilmente la nostra attenzione:

“Lei praticamente vive così!? Ma come fa senza televisione”

“ e quando la guarderei, di giorno lavoro la terra”

“E la sera?!!? Cosa fa la sera?!”

“Guardo mia moglie.”

In quell’istante incrocio lo sguardo di Duccio, e scoppiamo a ridere per quanto quel momento, dopo una settimana difficile, poteva essere così gradevolmente surreale.

😀

Storia di questo polletto. Ero certa di aver visto la ricetta sul blog di Singrid. Vado su e giù per questo, ma non trovo un accidente. Mi sono detta “Vero avrai avuto le allucinazioni …” Prendo ad occhio gli ingredienti che ricordavo e lo cucino. Mentre è in forno, cmq non mi do pace e trovo un blog sperduto nell’etere che riporta la stessa ricetta. Almeno non sono pazza!! Ovviamente è un po’ diverso da quello che ricordavo.

Ma gusto e risultato eccellente, merito anche di un pollo di tutto rispetto!

 

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Insalata tiepida di polpo all’aceto balsamico su purea di patate allo zafferano

marzo 7, 2011 § 10 commenti

Allora siamo sicuri? è finita vero?  La settimana appena trascorsa ha esaurito ogni sua carta!?!?

Quando notate che scompaio dal mio e dai vostri blog è perchè davvero non gira. Cerchi in qualche modo di reagire, ti metti l’elmetto  e combatti. Ma qui è una battaglia su più fronti. In dei momenti mi verrebbe quasi voglia di dire “Basta mi arrendo!” Buttandomi sul letto sperando che passi. Però, avendolo fatto già qualche mese fa, sono cosciente che non serve a nulla,  più stai fermo e immobile e più stanne certo, non passerà. Devi smuovere qualcosa, rimescolare le carte, e prima o poi a furia di giocare arriverà la tua mano vincente. O quanto meno se pur le carte non arriveranno mai, potrai cmq bluffare! Il rischio è perdere, ma qui se non la rischi amici miei, muori davvero.

Mi fermo qui e ricomincio. Sperando di non assentarmi più, almeno per un po’.

Allora questo polipetto!! Credo che gli inserti dei giornali di cucina delle volte abbiano delle ricette più interessanti di quelle del giornale stesso. Questa è stata presta da 100% bollicine, una raccolta di ricette di alcuni chef in giro per l’Italia. Quasi tutte davvero interessanti. Man mano ve ne proporrò altre!

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Plum cake salato – Radicchio, noci e fiocchi di farro

febbraio 28, 2011 § 13 commenti

E adesso come la mettiamo?

È come dire “si possono amare due persone contemporaneamente?” e la mi a risposta è decisamente sì! Mai avrei immaginato di vedere in così poco tempo uno scontro al vertice tra Napoli e Milan, mai. E così io dalla mia cerco di fare quella che non ci sente. Alla domanda ma tu per chi tiferai, rispondo che di calcio non ne capisco. Sono certa che oggi incredibilmente riceverò una telefonata da mio fratello, che non chiama mai, se non in queste occasioni. Duccio a casa a momenti non mi saluta nemmeno, come se fossi la serpe che per 10 anni a covato in seno…

Cosa ci posso fare!? Sono arrivata a Milano quando il Napoli fu “sbattuto” in serie C. Duccio, che delle volte mi lascia davvero perplessa per quanto possa incidere un risultato calcistico nella sua vita, mi ha sempre portato allo stadio. (Ci andavamo gratis, in tribuna… raccomandati dalla famiglia Berlusconi in persona… ma questa è una storia che non vi racconterò… quanto meno per i prossimi 10 anni!!). Al mio esordio allo stadio fui accolta da un coro dei milanisti contro i laziali “Napoletani…. Voi siete Napoletani!” Guardo Duccio… ma io dovevo pur vivere a scrocco da qualcuno a Milano, quindi me lo feci andar bene! 😀

Poi in 10 anni ci si affeziona, qui c’è il derby, devi per forza essere dell’una o dell’altra squadra…Poi le feste per la Champions, i colleghi con cui parlare e scherzare, e così piano piano questa squadra mi è entrata nel cuore. Intanto il Napoli stava lentamente risalendo la china. Negli anni passati, le partite giocate non erano mai fondamentali né per l’una né per l’altra. Ma stasera è davvero dura.

Ripeto, ricevo telefonate, messaggi, inviti su Facebook da amici napoletani che non vedo da anni, e da altrettanti non li sento, ma che a quanto pare non hanno di meglio da fare mandarmi messaggi in qualunque forma che dicono semplicemente “Forza Napoli!!” come a dovermelo in qualche modo ricordare.

Mi devono ricordare del marito che anni fa scelsi, e che questa relazione con questo giovane amante ora va chiusa. Ma si sa al cuore non si comanda, e se c’è una cosa in cui sono capace è stare con due piedi in una scarpa!!

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Filetti di Merluzzo allo zenzero su spuma di patate

febbraio 25, 2011 § 12 commenti

Che io sia una nostalgica non c’è dubbio. Ritengo che vi sia sempre stato un momento migliore di quello attuale, qualunque esso sia! Sono nostalgica non solo degli anni ’90, il grunch e tutte le sue declinazioni. Sono nostalgica anche dei periodi mai vissuti, come gli anni ’70!

La mattina passeggio ascoltando la musica a volume abbastanza sostenuto, alternando brani relativamente recenti, anche con sonorità un po’ più ricercate, a dei veri e proprio amarcord. Oggi era il momento di Rino Gaetano… Escluso il cane

Chi mi dice ti amo
chi mi dice ti amo
ma togli il cane
escluso il cane
tutti gli altri son cattivi
pressoché poco disponibili
miscredenti e ortodossi
di aforismi perduti nel nulla
chi mi dice ti amo
chi mi dice ti amo
se togli il cane
escluso il cane
non rimane che gente assurda
con le loro facili soluzioni
nei loro occhi c’è un cannone
e un elisir di riflessione
e tu non torni qui da me
perché non torni più da me
Chi mi dice ti amo
chi mi dice ti amo
ma togli il cane
escluso il cane
paranoia e dispersione
inerzia grigia e films d’azione
allestite anche le unioni
dalle ditte di canzoni
e tu non torni qui da me
perché non torni più da me

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Risotto cime di rapa e fonduta di pecorino romano

febbraio 24, 2011 § 9 commenti

Praticamente è andata così, voi ricorderete che ho fatto le trofie con la cicoria, bene quella sera avevo amici cena, quindi ho potuto preparare qualcosa fregandomene della “fisime” o in italiano “fisse” di Duccio. Lui è uno che oggi mangia più o meno tutto, quando l’ho conosciuto era un continuo “questo non lo mangio, questo puzza, questo non mi piace…. assaggia prima tu!” Se c’è un formaggio che non conosce, io l’assaggio, lui mi guarda, io esclamo “sì ti piace” o “no, mumi, non fa per te”.

Ovviamente ho divagato troppo, volevo solo spiegarvi che tra le fisse di Duccio c’è “io non mangio i formaggi di pecora, quindi non mangio nessun pecorino”
Quella sera dalla cucina: “Tu senza formaggio allora? oookkk allora faccio un piatto solo per te!”


Tutti a tavola mangiavamo di gusto questo piatto, lui ci guardava con un po’ di invidia, poi “Posso assaggiarla con il formaggio?” E quindi ho sdoganato il pecorino!! non ne va pazzo, però lo mangia di gusto quindi a cena con altri amici non mi sono mica limitata ad una grattugiata!! Fonduta puzzolentissima di pecorino romano, che sulle cime direbbe qualcuno “A morte sua!!”

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Mousse allo yogur greco

febbraio 23, 2011 § 11 commenti

Allora, come già detto, sono cinica. Sono amaramente ironica, lo sono del resto  con me stessa, perché mai non devo esserlo con gli altri.
Lo sono anche in situazioni dove forse risulta essere fuori luogo. Ma certi momenti sono così paradossali, che non riesco ad esimermi.
Ve la racconto, però vi prego niente moralismi …
Allora Lei era l’amante di un mio capo di qualche lustro fa. Al di là di quel che dicessero loro, erano felicemente innamorati. E ovviamente come tutte le donne innamorate era una vera e propria leonessa. Lui era il classico “provolone”, quello che ti mandava messaggini piccanti in riunioni importantissime, che quando parlava con te non riusciva a guardarti negli occhi.Ma per andare d’accordo con Lei dovevi essere praticamente asessuata, o cmq non suscitare in quel piccolo uomo nessun interesse. Bene, a questo punto vi è chiaro che lei mi odiasse. Odio puro, odio di quello che anche quando incredibilmente si placava, le si accendeva una lucina e rammentava quale era la missione di quel momento della sua vita, Lei doveva odiarmi.

Questo era il contesto.


Un giorno, purtroppo il marito di Lei muore. E fin qui potrebbe essere una storia semplicemente triste, e invece si tramuta in un’esperienza che ha tutti cliché di un episodio del mitico Fantozzi.
Mail del capo massimo, appunto il suo amante “Signori come avete saputo è venuto a mancare… Per tanto siete tutti pregati di partecipare al funerale che si terrà….” La rileggo più e più volte, siamo, SONO obbligata ad andare a quel funerale? Infetti mancava un “per chi volesse partecipare”, “Lei ha bisogno del vostro supporto”. Era una sorta di ordine di servizio.
Non ci credevo! Per la prima volta in vita mia ero obbligata ad andare ad un funerale. Per giunta di una che mi odia!! Voi siete mai stati obbligati a partecipare ad un funerale!? Io li detesto, se posso li evito a priori, invece dovevo essere lì.
Ora immaginate un ufficio come tanti. Tutti noi sapevamo della relazione, (stavo scrivendo clandestina, in realtà di clandestino aveva ben poco), il triste evento si prestava pertanto a lasciarsi andare a facili battute, immaginateci tutti lì, di lutto vestiti. O cmq immaginate me. Aspettavo solo che qualcuno mi desse il là…
Ma se tutte noi agghindate come piccole vedove nere in ufficio pronte ad presenziare ad un funerale del quale a nessuno fregava nulla, non era abbastanza singolare come scena, quando ci siamo trovati in chiesa, gli impiegati davanti alla corazzata potemkin ci facevano un baffo. Nessuno di noi aveva messo in conto che potesse essere una cerimonia con rito protestante!
Arriva questa Signora (perdonatemi se non uso puntuali attributi ecclesiastici, ma a stento riesco a distinguere un prete da un parroco, che in realtà non distinguo, figuriamoci in ambito protestante!) vestita di bianco.
“Ma il prete dov’è?” sussurro
Ma in quel momento mi accorgo che non arriverà nessun prete! La preta, forse così è quasi blasfemo …

Dicevo la Preta, incomincia a raccontare gli ultimi tristissimi avvenimenti. Ovviamente ci si commuove. 10 minuti di tristezza. Prima di renderci conto che dopo una piccola pausa, la Preta riprende a parlare, sì ma in tedesco!!


E già, essendo lui tedesco, abbiamo dovuto assistere ad un funerale in doppia lingua…. Prima in italiano, poi in tedesco….
Durata funerale 2 e 40 minuti!!!
I piedi erano due zampogne.  Ovviamente era la classica giornata di fine inverno, dove sei vestita come se ci fossero 2 gradi, in realtà ce ne erano almeno 15!!
Immaginate la mia faccia, dopo cmq il momento triste, quando ho dovuto realizzare che stavo assistendo ad un funerale al quadrato!! Con i colleghi più intimi ci si scambiava sguardi allucinati …
Poi noi eravamo quelli che non c’entravano nulla, né con lei né con la sua famiglia, quindi eravamo infondo alla chiesa e rigorosamente in piedi. Nessuno che si alzasse per andar via, dannazione!
Non c’era una posizione che fosse vagamente comoda, se avessi potuto, o quanto meno ci fosse stata, mi sarei appoggiata anche all’acquasantiera!! A turno ci si appoggiava l’un l’altro, parte tedesca io, parte italiana tu, questo era l’accordo tacito. Non avevi assolutamente la percezione di quando potesse finire il rito, essendo molto diverso dal nostro. Trascorsa la prima ora eravamo più o meno certi che stava volgendo a termine, dopo la seconda eravamo pronti al peggio …
Credo che l’apice di questa assurda giornata l’ho toccato quando, sempre obbligata, sono dovuta andare a fare le condoglianze di persona. “Veronica hai fatto le condoglianze a …. È opportuno che tu le faccia”.
E chi mai dimenticherà il suo sguardo, che prima di incrociare il mio era pieno di tristezza e commozione. “E tu che diavolo ci fai oggi qui!!” “Mi dispiace, ma mi hanno obbligato …” ecco cosa ci siamo dette solo fissandoci negli occhi …
Stranissimi momenti. Ho partecipato a tanti funerali, ma questo credo che mai lo dimenticherò ….

Ricetta

E adesso volete anche la ricetta!?!?

  • Banalmente, un vasetto di yogurt greco light 50ml di panna due cucchiai di zucchero a velo e semini di vaniglia. Montate la panna con lo zucchero e i seimini, non rendetela però troppo ferma, aggiungete lo yogurt e mescolate con cura. Servire con frutta.
  • Difficile vero!?
  • 😀

Spezzatino di manzo allo Stravecchio

febbraio 22, 2011 § 13 commenti

Avevo scritto un post, ma rileggendolo era fin troppo cinico, persino per me …
Era la storia di un funerale …
Magari quando sono di umore migliore, la ritocco un po’… magari riesco a sembrare meno cinica. È che la vita delle volte ti pone dinnanzi a delle situazioni dove se non sei dotata di una certa vena ironica, condita da un sano cinismo, non riusciresti né a comprenderle né a superarle. Ma lo faccio anche con me stessa mica solo con gli altri. Come puoi superare una spiacevolissima avventura in un ospedale milanese se non ricordando le infermiere brasiliane! E ridendoci alla fine su con qualche amica.

Alcune persone sono lì pronte a bacchettarmi “Vero, diamine quanto sei cinica, è cmq un funerale e merita rispetto”. Per questo non l’ho pubblicato…. Ancora….

Ricetta ancora più o meno invernale. La temperatura si è alzata un filo ma qui è ancora uggioso.

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